La Famiglia

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“Nato e cresciuto in questa realtà dove lavoro e famiglia sono un tutt’uno,

ho cercato di trasmettere ai miei figli il forte legame

con le nostre tradizioni e i valori che ci uniscono a questa terra,

che tanto ci dà ma che anche tanto pretende.”

La Storia

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Le Persone

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Nel XIV secolo si hanno le prime tracce del tabernacolo intorno al quale nel XVI secolo venne costruita l’attuale Chiesa della Madonna degli Angeli, piccola cappella che ospita il famoso affresco “Madonna col Bambino” attribuito a Bartolo di Fredi, esponente della scuola senese.

Cappella privata che ogni anno nel mese di maggio veniva aperta al pubblico in occasione delle celebrazioni in onore della Vergine. Oggi di proprietà della Famiglia Pacenti, è stata completamente restaurata nel 2001 e tutt’ora vi vengono celebrate le cerimonie familiari.

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Già dal 1400 il Canalicchio era un importante centro di riferimento per il mercato agricolo della Val di Suga, luogo d’incontro, legato alle relazioni favorite dalla viabilità e ai cicli stagionali, e di sosta per mercanti e mezzadri. Fuori dalla città ma non lontano dal distretto del Comune, costituiva una rete di percorsi che collegavano la Val d’Orcia, la Val di Chiana, la Val d’Arbia, la Maremma ed il Monte Amiata*. Bestiame, grano, vino ed olio erano i principali beni di sostentamento di una Toscana ancora intatta nella sua autentica tradizione agraria.

*Notizie riprese da FESTA E MERCATO NELLA MONTALCINO INDUSTRIOSA DEL QUATTRO-CINQUECENTO di Bruno Bonucci

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Le origini della Famiglia Piacenti – trasformata poi in Pacenti – di nobile stirpe toscana, risalgono al 1300 senese: Muccio Piacenti, nonno materno della celebre Santa Caterina da Siena, Patrona d’Italia e d’Europa, fu tra i poeti più popolari e noti del suo tempo.
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La Famiglia Pacenti si stabilisce a Montalcino conducendo i terreni a mezzadria,  spostandosi da un podere all’altro, allevando bestiame, coltivando grano, vite e olivo. Il sistema mezzadrile obbligava il mezzadro alla conduzione del fondo, dividendo a metà con il proprietario i prodotti agricoli; all’epoca a Montalcino la terra coltivata a mezzadria rappresentava il 90%.
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Rosildo Pacenti, classe 1924, figlio di famiglia di origini contadine, eredita la passione per la terra. Audace e lungimirante, corona il sogno di mettersi in proprio acquistando il podere Canalicchio nel 1962 ed è fra i primi a credere fortemente nel potenziale di Montalcino e a valorizzare il Sangiovese, vitigno che su questa collina è in grado di raggiungere l’eccellenza. Prende così vita il nucleo aziendale originario con la prima bottiglia prodotta di Brunello di Montalcino annata 1966.
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La fine della mezzadria, della seconda guerra mondiale e la rivoluzione industriale nelle grandi città lasciano Montalcino nella sua piccola ma povera realtà agricola; solo chi deciderà coraggiosamente di restare, darà vita, con la fondazione nel 1967 del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, ad uno dei più prestigiosi vini d’Italia. La Famiglia Pacenti sarà tra i 25 padri fondatori.
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Nato nel ’58, Franco Pacenti, molto più portato per il lavoro nei campi che per gli studi, affianca il padre Rosildo già dall’adolescenza, contribuendo sin dai primi passi alla crescita e allo sviluppo dell’azienda.
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Franco, ormai sicuro del proprio bagaglio di esperienza, nel 1988 subentra alla gestione del padre, restaurando la cantina storica sottostante al vecchio podere di famiglia. Vignaiolo scrupoloso e tradizionalista convinto, per lui il lavoro in vigna è vita, impianta nuovi vigneti di Sangiovese, imprimendogli tratti territoriali con un’interpretazione classica e rigorosa.
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Nel 1986 nasce Lisa, figlia primogenita di Franco, e qualche anno dopo arrivano anche i gemelli Serena e Lorenzo, corre l’anno 1990.
Nonno Rosildo guarda con orgoglio i suoi nipoti, adesso è sicuro che lavoro e sudore non sono stati invani, verranno presto ripagati con la nuova generazione.
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Con l’affermarsi del brand del Brunello, Franco trasforma il Canalicchio da azienda polivalente ad azienda specializzata in viticoltura, riconosciuta a livello internazionale. Arrivando ad un’estensione di 10 ettari vitati, si rende necessaria la realizzazione di una nuova cantina, funzionale, ampia, dotata di attrezzature all’avanguardia e ben integrata nel paesaggio della Val d’Orcia, Patrimonio Unesco dal 2004.
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Negli ultimi anni i tre figli di Franco, Lisa, Serena e Lorenzo, affiancano il padre nella conduzione, occupandosi ognuno di uno specifico ambito lavorativo, mettendo in pratica le proprie conoscenze per le quali ha conseguito gli studi.
Terza generazione e linfa vitale di questa azienda, fanno da custodi alle tradizioni tramandate e a loro spetta il compito di guardare al futuro rinnovando i valori e il legame per questa terra.
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Seguendo le orme del padre e del nonno, Lisa, Serena e Lorenzo, portano freschezza e innovazione in azienda, rinnovando la brand identity con la rivisitazione della veste storica in chiave contemporanea.
Il restyling da vita ad un marchio e ad una grafica totalmente nuovi che mantengono eleganza e raffinatezza, in un equilibrio perfetto tra tradizione e modernità, interessando in primo luogo la realizzazione delle nuove etichette.
Orgogliosi della propria realtà e lieti di condividere lavoro, storia e tutto ciò che rende questi vini unici, investono energie e risorse sulla Wine Hospitality, sviluppando l’accoglienza e le visite in cantina, momento privilegiato per far conoscere a tutti i wine lovers i segreti del mondo del Brunello e godere del paesaggio toscano che farà da cornice ad un’esperienza unica.
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Nel XIV secolo si hanno le prime tracce del tabernacolo intorno al quale nel XVI secolo venne costruita l’attuale Chiesa della Madonna degli Angeli, piccola cappella che ospita il famoso affresco “Madonna col Bambino” attribuito a Bartolo di Fredi, esponente della scuola senese.

Cappella privata che ogni anno nel mese di maggio veniva aperta al pubblico in occasione delle celebrazioni in onore della Vergine. Oggi di proprietà della Famiglia Pacenti, è stata completamente restaurata nel 2001 e tutt’ora vi vengono celebrate le cerimonie familiari.

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Già dal 1400 il Canalicchio era un importante centro di riferimento per il mercato agricolo della Val di Suga, luogo d’incontro, legato alle relazioni favorite dalla viabilità e ai cicli stagionali, e di sosta per mercanti e mezzadri. Fuori dalla città ma non lontano dal distretto del Comune, costituiva una rete di percorsi che collegavano la Val d’Orcia, la Val di Chiana, la Val d’Arbia, la Maremma ed il Monte Amiata*. Bestiame, grano, vino ed olio erano i principali beni di sostentamento di una Toscana ancora intatta nella sua autentica tradizione agraria.

*Notizie riprese da FESTA E MERCATO NELLA MONTALCINO INDUSTRIOSA DEL QUATTRO-CINQUECENTO di Bruno Bonucci

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Le origini della Famiglia Piacenti – trasformata poi in Pacenti – di nobile stirpe toscana, risalgono al 1300 senese: Muccio Piacenti, nonno materno della celebre Santa Caterina da Siena, Patrona d’Italia e d’Europa, fu tra i poeti più popolari e noti del suo tempo.
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La Famiglia Pacenti si stabilisce a Montalcino conducendo i terreni a mezzadria, spostandosi da un podere all’altro, allevando bestiame, coltivando grano, vite e olivo. Il sistema mezzadrile obbligava il mezzadro alla conduzione del fondo, dividendo a metà con il proprietario i prodotti agricoli; all’epoca a Montalcino la terra coltivata a mezzadria rappresentava il 90%.
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Rosildo Pacenti, classe 1924, figlio di famiglia di origini contadine, eredita la passione per la terra. Audace e lungimirante, corona il sogno di mettersi in proprio acquistando il podere Canalicchio nel 1962 ed è fra i primi a credere fortemente nel potenziale di Montalcino e a valorizzare il Sangiovese, vitigno che su questa collina è in grado di raggiungere l’eccellenza. Prende così vita il nucleo aziendale originario con la prima bottiglia prodotta di Brunello di Montalcino annata 1966.
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La fine della mezzadria, della seconda guerra mondiale e la rivoluzione industriale nelle grandi città lasciano Montalcino nella sua piccola ma povera realtà agricola; solo chi deciderà coraggiosamente di restare, darà vita, con la fondazione nel 1967 del Consorzio del vino Brunello, ad uno dei più prestigiosi vini d’Italia. La Famiglia Pacenti sarà tra i 25 padri fondatori.
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Nato nel ’58, Franco Pacenti, molto più portato per il lavoro nei campi che per gli studi, affianca il padre Rosildo già dall’adolescenza, contribuendo sin dai primi passi alla crescita e allo sviluppo dell’azienda.
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Franco, ormai sicuro del proprio bagaglio di esperienza, nel 1988 subentra alla gestione del padre, restaurando la cantina storica sottostante al vecchio podere di famiglia. Vignaiolo scrupoloso e tradizionalista convinto, per lui il lavoro in vigna è vita, impianta nuovi vigneti di Sangiovese, imprimendogli tratti territoriali con un’interpretazione rigorosa e classica.
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Nel 1986 nasce Lisa, figlia primogenita di Franco, e qualche anno dopo arrivano anche i gemelli Serena e Lorenzo, corre l’anno 1990.
Nonno Rosildo guarda con orgoglio i suoi nipoti, adesso è sicuro che lavoro e sudore non sono stati invani, verranno presto ripagati con la nuova generazione.
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Con l’affermarsi del brand del Brunello, Franco trasforma il Canalicchio da azienda polivalente ad azienda specializzata in viticoltura, riconosciuta a livello internazionale. Arrivando ad un’estensione di 10 ettari vitati, si rende necessaria la realizzazione di una nuova cantina, funzionale, ampia, dotata di attrezzature all’avanguardia e ben integrata nel paesaggio della Val d’Orcia, Patrimonio Unesco dal 2004.
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Negli ultimi anni i tre figli di Franco, Lisa, Serena e Lorenzo, affiancano il padre nella conduzione, occupandosi ognuno di uno specifico ambito lavorativo, mettendo in pratica le proprie conoscenze per le quali ha conseguito gli studi.
Terza generazione e linfa vitale di questa azienda, fanno da custodi alle tradizioni tramandate e a loro spetta il compito di guardare al futuro rinnovando i valori e il legame per questa terra.
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oNegli ultimi anni i tre figli di Franco, Lisa, Serena e Lorenzo, affiancano il padre nella conduzione, occupandosi ognuno di uno specifico ambito lavorativo, mettendo in pratica le proprie conoscenze per le quali ha conseguito gli studi.
Terza generazione e linfa vitale di questa azienda, fanno da custodi alle tradizioni tramandate e a loro spetta il compito di guardare al futuro rinnovando i valori e il legame per questa terra.